É Gaetano a scrivermi, uno dei tre fratelli di questa neo realtà Irpina, l’Azienda Agricola Ponterotto.
Con estrema naturalezza mi esprime la sua stima per il mio percorso, mi dice di aver letto un articolo (intervista di Carmelina Argenio per il blog Armonytouyr) ove raccontavo le esperienze macinate in questi “pochi”, ma particolarmente intensi anni nel mestiere.
Conversando dice di esser rimasto colpito dallo spirito di intraprendenza e dalla volontà nel trattare come tema ricorrente, il legame verso le mie radici al fine di valorizzarne la comunicazione.
Gaetano mi confessa di avere la mia stessa missione, raccontare l’Irpinia a chiunque ami questo mondo magico (fatto di storia, geografia, culture, razze e religioni) che è l’enogastronomia.
Quando ci incontriamo, gli scambi di aneddoti effluviano come il perlage di uno champagne risale verso il centro del calice, veniamo coinvolti l’un l’altro dall’entusiasmo, che traspare agli occhi, nell’aver (dopo anni in giro per il mondo) riscoperto l’aria e i paesaggi della nostra amata e pura verde Irpinia.
Mi verrebbe quasi da ripartire da quella frase che mi risuona spesso in mente e che porto dentro il cuore con orgoglio, con cui iniziai il discorso di tesi al Master Alma Ais alla Reggia di Colorno il 6 Novembre 2020: “Chi non conosce la propria storia è come una pianta priva di radici il primo vento le porta via” Carmine Palatucci; ebbene si, io e Gaetano siamo accomunati dal ritorno in terra madre e dal voler raccontare Irpinia nel mondo, un mondo che a nostro avviso necessita di scoprire sempre di più questa terra.
Azienda Agricola Ponterotto – La storia
In merito a quella che è l’Azienda Ponterotto, tutto nasce dall’unione di tre fratelli (Gaetano, Maria Luisa e Antonio Di Pietro) che eridatano dai nonni, 4 ettari di vigneti (impinatati a Falanghina) a Calore, un piccolo villaggio nel comune di Mirabella Eclano (AV).
Dai quattro ettari in pochissimi anni Ponterotto è arrivata a possedere 11 ettari, oggi la produzione si disloca nei comuni di Santa Paolina, Montemarano e appunto Mirabella, dove si ottengono ottimi risultati annessi ai rispettivi autoctoni storici quali Falanghina a Mirabella, Greco di Tufo a Santa Paolina e l’Aglianico e Taurasi a Montemarano.
Al concetto filosofico, la cui matrice trova una tradizione ancorata allo stile contadino (sia in vigna che in cantina), si fonde la ricerca nell’apportare pratiche all’avanguardia per restare al passo con le richieste di mercato ed ammaliare un vasto pubblico di consumatori sempre più esigenti, senza però mai discostarsi dalla genuinità, che rispecchia il valore della famiglia ma soprattutto del territorio irpino.
Ed è nel nome Ponterotto, mentre degusto Helea, che mi perdo tuffandomi nelle immagini che esso evoca, il fascino dela storia nel vento che mi fa compagnia, risale all’epoca romana, fu costruito sulla Via Appia per favorire la viabilità ed in primis il commercio con le regioni confinanti.
Per quanto, come già accennato, l’azienda Ponterotto sia ai primordi di un prosperoso avvenire, l’aria in quel luogo emana il profumo dei secoli trascorsi impregnatisi in quel che resta del ponte.
Prima di congedarmi, Gaetano mi invita a visitare l’azienda e vigneti quanto prima e soprattutto fornirgli un parere quanto più sincero e tecnico possibile in merito ai suoi vini, motivo principale del nostro incontro.
Azienda Agricola Ponterotto – La degustazione
Dopo questi brevi accenni concernenti al territorio e all’azienda siamo giunti al succo della questione: “la degustazione”.
Una volta espresso il mio parere tecnico direttamente a Gaetano, avendo icontrato particolari afffinità con le caratteristiche espresse da uno dei tre vini, ho sentito l’onore di estendere la mia analisi sensoriale verso l’aspetto che tanto amo quando mi capita di avvertirlo: l’aspetto emozionale.
Wine Tasting – “Helea” Campania Aglianico Igt 2016 – Ponterotto
5 anni sulle spalle hanno armonizzato questo vino ottenuto con uve 100% Aglianico coltivate nell’areale di Montemarano. Gran tenuta e soprattutto leggerezza.
La massa cromatica si esprime con un rosso porpora vivace che affonda la sua pienezza di colore nel centro (lievemente penetrabile) e si schiarisce sempre più verso i bordi con riflessi rubino di una spiccata lucentezza.
All’olfatto l’impatto è intenso seppur leggermente in riduzione (o chiuso), dopo circa 10-15 minuti iniziano a scomparire quelle note solforate che lasciano spazio a descrittori decisamente più piacevoli.
Sprigiona in prima battuta sentori fruttati, su tutti si abbracciano amarena e ciliegie sotto spirito, si aggiunge la freschezza del lampone e delle fragoline di bosco e subito dopo il bagaglio mnemonico accende la lampadina verso il ricordo di una caramella alle erbe aromatiche chiudendo con un sottile profumo di ago di pino e qualcosa che sembrerebbe essere un mix tra l’incenso e la cenere…intensità, persistenza e definizione al naso invogliano alla beva; il sorso all’ingresso è deciso ma sottile e verticale, il tannino (come quello del tè nero) è un po’ ruvido ma tanto piacevole nonostante sia ancora duretto per via della vena acida ancora tesa.
Con il trascorrere dei minuti e il leggero aumentare della temperatura, il vino trova un discreto equilibrio dettato da un lieve residuo zuccherino.
Le poche e decise molecole odorose convogliano intensificandone e definendone una in particolare, l’inconfondibile amarena che in retrolfazione dona coerenza alla struttura prevalentemente spigolosa e minimamente dolce.
In conclusione, la bocca è fresca, piena si ma di freschezza e punterellata di avvolgenza. Qualche sorso e ci ritroviamo a passeggiare tra i boschi di Montemarano. L’odore dei camini non lontani, lo scricchiolio delle foglie secche, il fresco del bosco umido nascosto dagli alberi così maestosi ti entra nei polmoni…la semplicità fuori dalle mura cittadine!
Per approfondire su questa visita potete trovare i video report e le foto dei vini con le descrizioni sui miei canali Cris Winexperience e all’interno della mia rubrica .
Felice di avervi intrattenuti accompagnandovi in questo viaggio, credo che la sola lettura non basti, per tanto vi invito e vi consiglio vivamente di visitare la zona, l’azienda, degustare i vini per comprendere il territorio …in questo modo potrete assaporare il respiro di questa area poco conosciuta, ma immensamente magica.
Grazie, un saluto da Cris e alla prossima winexperience.
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