Leggenda narra che, nel corso dei festeggiamenti per l’Unità d’Italia, non si fece altro che bere Barolo !!!
Da quel momento in poi, il Barolo fu identificato non solo come “il Vino del Re, ma anche come il “Re dei Vini”, il “Vino d’Italia”).
Massolino Vigna Rionda – La Storia
La storia dei Massolino Vigna Rionda e del loro vino si lega alla storia di Serralunga d’Alba nel 1896, quando Giovanni fonda la sua ditta vinicola.
Un uomo intraprendente, tenace e creativo, capostipite di una famiglia che ha fatto del connubio tra estro e tradizione una ragione d’orgoglio. Giovanni è il primo a portare corrente elettrica in paese.
La prima cantina viene costruita da Giuseppe, figlio del fondatore Giovanni, che insieme alla sorella Angela estende le proprietà nei terreni migliori e nel 1934 è tra i fondatori del Consorzio di tutela Barolo e Barbaresco.
All’epoca, la famiglia di Giuseppe conta sei figli. Tre di loro, Giovanni, Camilla e Renato, seguiranno le orme del padre, dando una svolta all’azienda con l’acquisto di cru che sono veri e propri gioielli: Margheria, Parafada e Vigna Rionda.
![Azienda Massolino Vigna Rionda 1 famiglia massolino](https://luigivillani.it/wp-content/uploads/2021/11/famiglia-massolino.jpg)
A partire dagli anni novanta lavorano in azienda anche Franco e Roberto, entrambi enologi, i quali nel 2006 acquistano un altro dei vigneti fondamentali dell’azienda, nel cru di Parussi a Castiglione Falletto, e nel 2015 completano la costruzione della nuova cantina di Serralunga d’Alba.
Nel loro lavoro si condensa l’esperienza di un’intera famiglia e l’ambizione di una generazione nuova, determinata a dare un contributo importante all’innovazione delle tecniche enologiche, agronomiche e all’immagine dell’azienda in Italia e all’estero.
Massolino Vigna Rionda – Le vigne
Un vino che proviene dall’area di Barolo che ha fatto più discutere, Serralunga d’Alba, inoltre esce solo dopo 6 anni di affinamento, 4 anni di botte grande e 2 in bottiglia, “Vigna Rionda” il cru più importante dell’azienda Massolino, il quale ho avuto il piacere di visitare qualche tempo fa, (prima che questo maledetto virus cambiasse le nostre vite).
Una di quelle vigne che giova di prestigio e unicità, una dozzina di ettari di nebbiolo da cui nasce questo Barolo, ad un’altitudine di circa 300-350 mt.s.l.m., da suoli calcarei e lievemente marnosi.
Alla morte del più vecchio produttore di questa vigna splendida posizionata sulla collina da cui prende il nome, Vigna Rionda fu suddivisa per diversi produttori quali: Anselma, Porro, Rosso, Germano, Oddero, Regis e l’etichetta è stata ereditata dalla nipote Ester Canale.
![Azienda Massolino Vigna Rionda 2 vigneti massolino](https://luigivillani.it/wp-content/uploads/2021/11/vigneti-massolino.jpg)
A rendere celebre, apprezzato e altamente richiesto il vino prodotto da questo vigneto fu Bruno Giacosa che aquistava le uve di questa vigna da Aldo Canale.
Massolino Vigna Rionda – La degustazione
Il ricordo vivo di quando lo degustai mi emoziona sempre, del resto vini così, se li si beve più di una volta nella vita bisogna ritenersi particolarmente fortunati.
![Azienda Massolino Vigna Rionda 3 barolo massolino](https://luigivillani.it/wp-content/uploads/2021/11/barolo-massolino.jpg)
Mi colpì la sua riservatezza, forse perchè apprezzo quei vini lenti ad aprirsi, che si lasciano corteggiare, lasciandoti un pò deluso all’inizio, ma che poi ti donano tutto con gli interessi, soprattutto in termini di intensità, complessità e persistenza gusto olfattiva.
Lo apprezzai ancora di più, poichè nonostante non fosse una bottiglia estremamente performanete e presentasse qualche leggero difetto, un colore dalla definizione anomala, ma di forte impatto emotivo, con un ventaglio che lasciava alla fantasia, fece parlare molto di se.
Profumi terziari in evoluzione, cuoio e pellame, cipolla agrodolce intensa, erbe medicinali davano freschezza balsamica, in chiusura una dolce torrefazione che riportava al caffè e una nota di fungo secco, una complessità che si rincontrava al sorso, una esplosione di eleganza e potenza balsamica, un tannino teso, bene integrato ma ancora in evoluzione…in retrolfazione continue note ossidate, ferrose e terrose.
Un vino dinamico e discutibile, che o lo si ama o lo si odia, per palati pazienti e di buona esperienza.
Concludo citando la loro filosofia “Fare il vino con passione, nel suo territorio d’origine, conservando la tipicità del vitigno autoctono nella convinzione che tra le viti, le colline e i vignaioli esista un legame profondo e palpabile, fatto di affinità cementate dalla consuetudine agli stessi luoghi. Dal 1896, la famiglia Massolino il vino lo produce così, fedele a questa filosofia e alla capacità di innovare nel segno della tradizione.
In fondo, fedele a se stessa“.
Per approfondire su questa visita potete trovare il video report e le foto dei vini con le descrizioni sui miei canali Cris Winexperience e all’interno della mia rubrica .
Felice di avervi intrattenuti accompagnandovi in questo viaggio, credo che la sola lettura non basti, per tanto vi invito e vi consiglio vivamente di visitare la zona, l’azienda, degustare i vini per comprendere il territorio …in questo modo potrete assaporare il respiro di questa area poco conosciuta, ma immensamente magica.
Grazie, un saluto da Cris e alla prossima winexperience.
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