Voglio parlarvi un vino particolare, un passito simbolo delle Cinque Terre, lo Sciacchetrà.
Siamo in Liguria, Cinque Terre. La presenza del mare e il microclima della costa spezzina donano allo Sciacchetrà un timbro unico, decantato persino da Petrarca, Boccaccio, Pascoli e D’Annunzio.
Terra aspra, stretta tra la roccia e il mare, vigne a gradoni a picco sull’acqua. Lavorare i campi in questa zona è un atto di puro eroismo e attaccamento alle radici.
Sciacchetrà, le origini
Il suo nome ha origini incerte. Per alcuni deriverebbe dal greco “shekar”, termine con cui si indicavano le bevande fermentate, mentre altri sostengono derivi dal dialetto ”sciacàa”, schiacciare.
La tecnica di appassimento potrebbe essere stata introdotta nell’VIII SECOLO a.C. da esuli greci, o forse semplicemente derivare dalle contaminazioni delle tecniche di vinificazioni antiche diffuse sul territorio italico.
Si tratta di un vino DOC passito difficile da ottenere, si raccolgono prematuramente i grappoli migliori (prevalentemente uva Bosco), si appendono a fili nelle cantine di sasso o distendono sui graticci in luoghi ombreggiati e ventilati senza ricorrere a ventilazioni o riscaldamenti forzati.
La vinificazione delle uve appassite per la produzione dello Sciacchetrà non può avvenire prima del 1° Novembre successivo alla vendemmia, condizioni climatiche permettendo, scongiurando muffe o l’eccessiva essiccazione.
Il passo suggestivo è la sgranatura a mano, acino per acino, facendo attenzione a scartare il frutto non sano.
Si passa poi alla fase di pigiatura; da quel momento il vino rimane conservato in acciaio o in legno per la fase di fermentazione.
Passando da mosto a vino, rimane in affinamento per ben 18 mesi.
La vinificazione
Le uve sono vinificate in acciaio con lieviti indigeni a contatto con le bucce per almeno tre settimane senza controllo della temperatura.
Durante la fermentazione si effettuano vari rimontaggi per estrarre dalle bucce profumi, tannini e colore.
Alla fine della fermentazione il vino viene separato dalle bucce e rimane a contatto con le fecce nobili per 12 mesi.
Prima della commercializzazione è obbligatorio un anno di invecchiamento. Tale periodo sale a tre anni per la tipologia Riserva. La resa in vino massima è del 35%.
Note degustative
Colore da giallo paglierino a giallo dorato da giovane (2-3 anni), si fa dorato carico tendente all’ambrato se leggermente affinato (5-6 anni) e assume colore ambrato con nuances rossicce se abbastanza lungamente affinato (10-15 anni).
Per chi ha pazienza, dopo 20-30 anni, si presenta ambrato con netti riflessi rossicci tendenti a un lieve marrone.
Il suo profumo è ampio e persistente, con sentori di mela, albicocca, ananas fresco.
Se mediamente affinato si fa più composito, con sentori più marcati di albicocca e di pesca gialla e di vaniglia.
Se lungamente affinato, si coglie la prugna cotta, il miele di castagno e di acacia, ma sempre di rara finezza e personalità.
Sapore dolce ma non stucchevole, con lieve sapidità, caldo, vellutato.
Se mediamente affinato, diventa delicatamente dolce, caldo, sapido, vellutato ma nervoso per una piacevole e lievissima tannicità, di grande continuità e di estrema persistenza aromatica, se lungamente affinato in bottiglia.
Alcolicità: 17% (minima complessiva);
Abbinamenti gastronomici
Da giovane accompagna molto bene i formaggi piccanti dal carattere deciso ed i dolci di buona consinstenza, quali il classico pandolce genovese, mentre dopo un adeguato affinamento diventa vino da meditazione.
Lo Sciacchetrà va servito ad una temperatura di 14° C, in bicchieri piccoli a tulipano con bordo leggermente svasato e con stelo alto. Per mantenere intatte le proprie qualità, lo Sciacchetrà deve essere conservato in posizione coricata negli scomparti più alti della cantina, con temperatura costante tra i 10° e i 14° C.
Per approfondire su questa visita potete trovare il video report e le foto dei vini con le descrizioni sui miei canali Cris Winexperience e all’interno della mia rubrica .
Felice di avervi intrattenuti accompagnandovi in questo viaggio, credo che la sola lettura non basti, per tanto vi invito e vi consiglio vivamente di visitare la zona, l’azienda, degustare i vini per comprendere il territorio …in questo modo potrete assaporare il respiro di questa area poco conosciuta, ma immensamente magica.
Grazie, un saluto da Cris e alla prossima winexperience.
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