Squid Game, Censuriamo?

da | Parliamone

Squid Game è una serie tv di Netflix, che ha avuto un grandissimo successo dal punto di vista di ascolti ma anche un grandissimo risalto mediatico per il suo impatto sociale.

La serie racconta la storia di 456 persone che vengono rinchiusi in un luogo segreto e invitati a partecipare a una serie di sfide molto simili ai giochi per bambini, rispettando una semplice regola: chi perde viene eliminato, ma non una semplice eliminazione, viene eliminato mortalmente.

Questa caratteristica rende Squid Game inevitabilmente violento e sanguinolento.

Squid game – L’analisi

Non è la prima volta che la tv o il cinema ci propone qualcosa di brutale, violento o “inaccettabile”, Hunger Games anche se futuristico raccontava ugualmente di un gioco dove i concorrenti dovevano uccidere per vincere.

Allora perché Squid Game ha scatenato tanto scalpore?

L’autore del racconto, diventato poi serie tv, ha utilizzato nelle sfide dei giochi per bambini quindi facilmente riproducibili nella realtà da qualunque bambino.

è anche vero che molti giochi sono sconosciuti alla maggior parte del pubblico essendo giochi coreani, come quello del calamaro, ma la produzione, per attirare subito l’attenzione e la maggior parte degli spettatori utilizzando l’effetto Cliffhanger, ha inserito come primo gioco, furbamente, uno molto comune: “Uno, due, tre, Stella!” , gioco che ha poi creato maggiore emulazione violenta in molti episodi che abbiamo visto.

Un altro aspetto di brutale impatto visivo sono state le scene con uso di sangue. È vero che una morte violenta senza sangue è impossibile da riprodurre, ma la visione ripetuta del sangue non è gradevole agli occhi del telespettatore.

Anche l’uso dei forni crematori usati per smaltire i cadaveri non è stata un’idea felice. Già solo le parole “forno crematorio” fanno rivivere in noi sentimenti e ricordi di un periodo orrendo da dimenticare, figuriamoci poi vederli utilizzare in una serie tv.

Adesso qualcuno potrebbe rispondermi, “ma mica te lo ha ordinato il medico di guardare Squid Game”.

Anche questo è vero, ma è anche vero che nessun medico prescriverebbe la visione di Squid Game a dei ragazzi.

Per quelli che ora stanno pensando: “che esagerazione – quanto scalpore per una serie tv – tutte sciocchezze”, vi mostro cosa già ha scatenato commercialmente per i bambini squid game.

Squid Game, i numeri

Quando chiedo a qualcuno se ha visto Squid Game,  la risposta è quasi sempre, “no assolutamente”.

La stessa risposta che si riceve il giorno dopo le elezioni quando chiedi a qualcuno se ha votato per lo schieramento che ha vinto.

Ma se nessuno ha visto la serie come ha fatto a raggiungere 111 milioni di spettatori in 28 giorni?

Pensate, la serie ha superato in vetta i Bridgerton che ne aveva totalizzati 82 milioni.

A fine ottobre per l’italia arriva questo comunicato “Squid Game, la serie tv che sta facendo impazzire il mondo intero, verrà presto doppiata in italiano.

Netflix ha deciso di dare il via ai lavori per consentire ai telespettatori nostrani di gustarsi “Il gioco del calamaro” senza l’ausilio dei fastidiosi sottotitoli.”

Oggi qualcuno dovrebbe avvisare Netfix che non serve più il doppiaggio, la serie è stata già vista con i sottotitoli in italiano da moltissime persone, (anche quelli che rispondono di no).

La censura

In tutto il mondo sono molte le segnalazioni di episodi che vedono protagonisti adolescenti e bambini che emulano i giochi presenti in Squid Game; episodi nei quali si è assistito, a volte, a punizioni fisiche, sfottò o atti di bullismo.

Eppure su Netflix, così come in molte altre piattaforme, Squid Game non è certo un unicum, non dimentichiamo il gioco di Hunger Games.

Ad avviare la richiesta di censura contro la serie Squid Game è stata la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza dalla Fondazione Carolina (dedicata a Carolina Picchio, la prima vittima italiana di Cyberbullismo confermata nel nostro Paese).

Per chi promuove questa petizione è normale pensare di bloccare un contenuto perché non adatto ai bambini.

Ma  quali sono le voci preoccupate dei numerosi genitori che hanno portato testimonianze di atti emulativi e violenti nelle scuole?

  • “Mio figlio ha picchiato la sua amichetta mentre giocava a Squid Game”;
  • “A mia figlia hanno rovesciato lo zaino fuori dalla finestra dell’aula perché ha perso a Squid Game, non vuole più uscire di casa”;
  • “I miei figli non sono stati invitati alla festa del loro compagno, perché non vogliono giocare a Squid Game”

Queste sono solo alcune delle testimonianze arrivate alla Fondazione. 

Tantissimi genitori sono preoccupati e hanno paura dopo aver letto degli episodi di bullismo causati dall’emulazione della serie televisiva.

Vedere un bambino o un adolescente bullizzato, deriso, e a volte anche picchiato a causa di un gioco è qualcosa di orrendo, ingiusto e doloroso, fuori da ogni logica umana.

Ma la mia domanda è: “la censura è la giusta soluzione? Serve davvero a risolvere il problema?”

La volontà di cancellare la serie risponde infatti alla necessità di far fronte alla crisi di genitorialità, così afferma la stessa Fondazione Carolina.

Oggi la gestione dei figli è diventata una sfida sempre più difficile da superare.

I nostri figli, (ma anche la maggior parte di noi), ruotano intorno a un mondo virtuale e sono costantemente bersagliati da messaggi che arrivano dal mondo social e il mondo web.

Proprio in quel mondo virtuale sono presenti tantissimi contenuti violenti, discriminatori a sfondo sessuale, ai quali i ragazzi, e addirittura i bambini, possono accedere con facilità.

Ma non solo il mondo virtuale di internet, anche in tv sulle piattaforme di streaming e i canali “tradizionali”, ogni giorno trasmettono “materiale” decisamente “inadatto” ai bambini.

Cartoni animati per adulti, fumetti, film… per non parlare dell’immenso quantitativo di materiale pornografico facilmente reperibile sulla rete con una semplice ricerca su Google.

A questo punto mi pongo di nuovo la domanda: “Ha davvero senso censurare Squid Game, quando i bambini hanno accesso in maniera incontrollata a tutto questo?

Censurare una serie tv non ha alcun senso, senza attuare alcuna iniziativa utile per educare i genitori a gestire al meglio i propri figli, sarebbe come nascondere la polvere sotto il tappeto.

 Vogliamo nascondere o affrontare le difficoltà?

La nostra responsabilità

Come mai molti genitori lasciano i propri figli da soli, anche per molte ore o intere giornate, con uno smartphone in mano, a vagare sul web?

bambini con lo smartphone
Squid Game, Censuriamo? 8

Come mai molti genitori non sono a conoscenza, o fanno finta di non saperlo, che alcuni social, come ad esempio TikTok, richiedono un’età minima (14 anni) per essere utilizzati, ma lasciano che i propri figli li usino senza alcuna supervisione?

Noi adulti non possiamo di certo pretendere che i bambini sappiano come utilizzare il web in maniera corretta.

Da piccoli si è spinti dalla curiosità, dall’incoscienza e dallo spirito di scoperta. Non si ha la reale coscienza del male e di quello che è sbagliato, ai bambini/adolescenti piace emulare, seguire le mode e tutto ciò che vedono fare da tanti, e sono attratti da tutto ciò che gli viene proibito.

Lo abbiamo fatto noi, da piccoli, e possiamo essere sicuri che lo faranno i nostri figli e i nostri nipoti, è la natura umana.

Riflettiamo

È certamente più facile usare come prima strategia la censura, come genitori ci sentiamo anche sollevati da ogni responsabilità, ma è solo un modo per mentire a noi stessi.

Giusto? Via la serie tv, via lo spirito di emulazione, via il pericolo.

Sappiamo benissimo che dopo Squid Game, e ci possiamo scommettere, usciranno altre serie simili (visto poi gli introiti), diventando a loro volta un successo social, i cui contenuti verranno di nuovo emulati nella vita reale dai nostri figli.

Vogliamo bloccare ogni contenuto non compatibile con i minori? Be, rimarrebbe ben poco da guardare. 

La soluzione è quella di riconoscere il problema e iniziare a lavorare dalla sua radice. Formare e informare i nostri figli, insegnare ad usare consapevolmente il web, i social e la tecnologia in generale.

Prendere coscienza, come genitori, di avere una grande responsablilità in tutto questo e che sia pretestuoso volere la cancellazione di una serie solo perché, di fatto, non si è in grado di badare ai propri figli.

Squid Game è chiaramente da evitare per i bambini piccoli. Netflix  infatti avverte che i contenuti della serie sono consigliabili a chi è maggiore di 14 anni.

Utilizzare il parental control, (che esiste da tanto tempo, ma che nessuno usa o addirittura non si conosce neppure l’esistenza), che esiste da tanto tempo e in generale un’attenzione a ciò che i figli guardano in televisione sarebbe consigliabile. 

Evitiamo di mettere in mano a un bambino strumenti che non possiamo controllare appieno: smartphone e tablet, per esempio.

Non possiamo consegnare il mondo di internet in mano ad un bambino e poi stupirci dell’uso che ne fa.


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